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Il WEC, il Campionato del Mondo Endurance

Quando nel 2015, alla quarta edizione del Campionato del Mondo Endurance FIA – tradotto dall’inglese FIA World Endurance Championship, in breve WEC – la Porsche del team Rebellion Racing condotta da Timo Bernhard, Mark Webber e Bredon Hartley conquistò finalmente il titolo mondiale, fu una sorta di liberazione. L’auto di Stoccarda, erede di una tradizione iniziata con il Campionato del Mondo Sport Prototipi, riconquistava in tal modo il posto che, per troppo tempo, le era stato sottratto. Perché se esiste un ambito del motorsport dove la casa fondata da Ferdinand Porsche si trova più a suo agio, questo è senza dubbio il campionati destinato alle vetture Sport Prototipo e alle Granturismo nelle gare di endurance. In questo articolo racconteremo la recente storia del WEC e le edizioni che, sino a oggi, si sono svolte.

Come funziona il Campionato del Mondo Endurance

Prima di entrare nel dettaglio delle stagioni del Campionato del Mondo Endurance sin qui disputate, ovviamente citando i successi raccolti da Porsche sinora, è bene capire come si svolge il WEC. Il Campionato, tutto sommato recente visto che la prima edizione si è svolta nel 2012, prevede diverse classi. A oggi, sono previste Hypercar (LMH, un tempo LMP1), la LMP2, la GTE Pro e la GTE Am. Per brevità, di seguito riporteremo solo i risultati della LMP1, sino a quando questa si è svolta, e della LMH, da quando questa ha avuto inizio.

Il Campionato del Mondo Endurance 2012

La prima edizione del Campionato del Mondo Endurance prese il via il 17 marzo del 2012. Dal circuito di Sebring, in occasione per l’appunto della 12 Ore di Sebring, si schierarono sulla linea di partenza le automobili dei team di Audi, Toyota, Lola, Pescarolo, Dome e Honda. Già in quella prima gara, con la vittoria dell’Audi Sport Team Joest, condotta da Allan McNish, Tom Kristensen e Rinaldo Capello, fu chiaro quale sarebbero stati i rapporti di forza. Al secondo posto, peraltro, si piazzò ancora una vettura del team, condotta da Timo Bernhard, Romain Duvas e Loïc Duval. Il successo fu replicato già nel secondo appuntamento, che si svolse il successivo 5 maggio presso Spa-Francorchamps. Nella 6 Ore di Spa-Francorchamps, l’Audi riuscì a piazzare bene quattro automobili nelle prime quattro posizioni. A trionfare, però, fu l’automobile di Romain Dumas, Loïc Duval e Marc Gené. La gara più importante dei campionati di endurance, la 24 Ore di Le Mans, non riservò particolari sorprese: questa volta, Audi riuscì a piazzare “solo” tre vetture nelle prime tre posizioni, ma quattro nelle prime cinque. A salire sul gradino più alto di Le Mans furono André Lotterer, Marcel Fässler e Benoît Tréluyer. La prima battuta di arresto, se così si può definire, giunse alla 6 Ore di San Paolo dopo il successo ottenuto anche alla 6 Ore di Silverstone che già aveva assicurato il titolo del WEC 2012 alla casa dei quattro anelli. La prima delle Audi a tagliare il traguardo, infatti, fu quella di André Lotterer, Marcel Fässler e Benoît Tréluyer che chiuse al secondo posto, seguita comunque dall’Audi di Allan McNish, Tom Kristensen e Lucas Di Grassi. Dopo la 6 Ore del Bahrein, dove Audi riuscì ancora una volta il gradino più alto del podio, la casa dei quattro anelli conquistò altri due secondi posti, rispettivamente alla 6 Ore del Fuji e alla 6 Ore di Shanghai.

Il Campionato del Mondo Endurance 2013

La seconda stagione del Campionato del Mondo Endurance iniziò il 14 aprile del 2014. Questa volta, la gara inaugurale fu la 6 Ore di Silverstone, ma la sostanza dei fatti non cambiò. Anche in Inghilterra, infatti, la Audi R18 e-tron quattro del team Audi Sport Team Joest trionfò con alla guida Allan McNish, Tom Kristensen e Loïc Duval. L’auto numero 1, l’Audi di André Lotterer, Marcel Fässler e Benoît Tréluyer si piazzò invece al secondo posto, seguita dalle due vetture del team Toyota Racing. Già dal successivo appuntamento fu chiaro a tutti che lo strapotere dimostrato da Audi nella stagione 2012 sarebbe andato in scena anche nel WEC 2013. Alla 6 Ore di Spa-Francorchamps, infatti, le tre Audi R18 e-tron quattro dello Audi Sport Team Joest occuparono i tre gradini del podio, costringendo Toyota solo alla quarta posizione. Il terzo appuntamento della stagione fu la gara regina delle endurance: la 24 Ore di Le Mans, vide un arrivo misto: la prima a tagliare il traguardo fu ancora una volta un Audi, quella di Allan McNish, Tom Kristensen e Loïc Duval. A seguire, poi, una Toyota TS030 Hybrid del team Toyota Racing, quindi nuovamente un Audi, quella di Marc Gené, Olivier Jarvis e Lucas di Grassi. Il resto della stagione proseguì sempre su questa falsa riga: alla 6 Ore di San Paolo le Audi conquistarono la prima e la seconda posizione, seguite dalla Toyota. Alla 6 Ore del Circuito delle Americhe, Toyota riuscì a ottenere un secondo posto, ma a conquistare il gradino più alto del podio fu ancora una volta l’Audi. Solo alla 6 Ore di Fuji, quando ormai i giochi erano fatti, Toyota Racing riuscì a tagliare il traguardo per prima, ma sempre seguita da un’auto dell’Audi Sport Team Joest. Nelle ultime due gare del Campionato del Mondo Endurance 2013, la 6 Ore di Shanghai e la 6 Ore del Bahrein, l’Audi chiude in bellezza rispettivamente con un primo e un secondo posto.

Il Campionato del Mondo Endurance 2014

La terza edizione del WEC ebbe inizio il 20 aprile del 2014, ancora una volta sul circuito britannico di Silverstone. Per il Campionato del Mondo Endurance 2014 si schierarono sulla griglia di partenza ben 31 vetture, tra cui ovviamente le automobili dell’Audi Sport Team Joest e quelle della Toyota Racing. Già dalla prima gara, tuttavia, fu chiaro che il vento era cambiato. Alla 6 Ore di Silverstone, infatti, Sebastian Buemi, Anthony Davidson e Nicolas Lepierre trionfarono con la loro Toyota TS040 Hybrid. Un risultato che fu replicato il successivo 3 maggio, sul circuito di Spa-Francorchamps. Proprio sul circuito di belga, però, fu registrato un primo acuto: la vettura numero 14 fece segnare il miglior tempo di qualifica. Si trattava della Porsche 919 Hybdrid del Porsche Team, che, dopo il terzo posto ottenuto a Silverstone, alla fine si sarebbe piazzata al quarto posto in classifica. Nell’appuntamento successivo, quello sul circuito de La Sarthe, dopo la pole position da parte di Toyota, il team Audi tornò a ristabilire le gerarchie, piazzando nella classifica finale due delle sue Audi R18 e-tron quattro. Il team giapponese, invece, si “accontentò” solamente del terzo posto e dovette farlo anche nella gara successiva, la 6 Ore del Circuito delle Americhe dove Audi si impose ancora una volta. Fu solamente una parentesi del WEC 2014, che praticamente fu dominato da Toyota. Già in occasione della 6 Ore di Fiji, Toyota piazzò la doppietta primo-secondo posto, preceduta dalla pole position. Alla 6 Ore di Shanghai il risultato si ripetè invariato, mentre alla 6 Ore del Bahrain Toyota riuscì a ottenere solo il primo posto. A mano a mano che il campionato andava avanti, però, andarono crescendo i risultati raccolti da Porsche. Al punto che, quando ormai i giochi erano fatti, alla 6 Ore di San Paolo il team riuscì a cogliere anche il primo successo nel campionato endurance. Fu il preludio di quanto sarebbe accaduto di lì a poco.

Il Campionato del Mondo Endurance 2015

La gara inaugurale del WEC 2015, la 6 Ore di Silverstone, si svolse il 12 aprile. In Gran Bretagna, come poi sarebbe accaduto pure in Belgio, sembrò che anche in questa edizione del Campionato sarebbe andato in onda il dominio di Audi su cui ancora pesava la sconfitta dell’anno precedente. In entrambe le gare, infatti, l’Audi R18 e-tron quattro conquistò il gradino più alto del podio. Alle spalle di questa, dopo due pole position consecutive, si piazzò sempre almeno una vettura del Porsche Team. Un segnale del fatto che, ormai, la casa di Stoccarda era pronta per puntare all’obiettivo. Per dimostrare tutto ciò, Porsche scelse la gara più prestigiosa di tutte: alla 24 Ore di Le Mans, infatti, il team piazzò un risultato che lasciò intravedere ciò che sarebbe stato: pole position, e doppietta con l’auto numero 19, guidata da Earl Bamber, Nick Tandy e Nico Hülkenberg, che si prese la piazza più prestigiosa. Anche nella gara successiva, la 6 Ore del Nürburgring la cavallina di Stoccarda mise tutti in fila: pole position e ancora una doppietta in gara, con Audi costretta a osservare dal gradino più basso del podio. Era chiaro, ormai, che la Porsche 919 Hybrid fosse l’auto da battere. Sul Circuito della Americhe, alla 6 Ore del Fuji, alla 6 Ore di Shanghai e alla 6 Ore del Bahrain, del resto, questa riuscì ad accaparrarsi sempre la pole position e, almeno, la prima posizione. Uno strapotere di sei vittorie su otto gare complessive che assicurò al Porsche Team la vittoria del Campionato del Mondo Endurance 2015.

Il Campionato del Mondo Endurance 2016

La successiva edizione del Campionato del Mondo Endurance, il WEC 2016, si apriva così con una nuova automobile da battere. A partire dal 17 aprile di quell’anno, ancora una volta sul circuito di Silverstone, Porsche, Audi e Toyota iniziarono a darsi battaglia per il titolo del Campionato del Mondo Endurance. In Gran Bretagna, la casa dei quattro anelli si aggiudicò a sorpresa la pole postion. In gara, però, la storia fu diversa: le due automobili dello Audi Sport Team Joest si ritirarono o furono escluse e Porsche, alla fine, si aggiudicò la prima vittoria del Campionato. Nella gara successiva, tuttavia, i ruoli si invertirono: Porsche tornò alla conquista della pole position, ma in gara fu Audi a spuntarla, mentre la casa di Stoccarda si dovette accontentare solamente della seconda piazza. Fu l’ultimo acuto del team, preludio di un predominio di Porsche che andò avanti per le successiva quattro gare. Alla 24 Ore di Le Mans e poi alla 6 Ore del Nürburgring, alla 6 Ore del Messico e alla 6 Ore del Circuito delle Americhe, Porsche riuscì a inanellare una serie di vittorie che le assicurarono la vittoria del Campionato del Mondo Endurance 2016. Solo sul circuito del Fuji, dove si disputò come da tradizione la 6 Ore del Fuji, si interruppe la serie positiva della casa di Stoccarda, con il ritorno alla vittoria da parte di Toyota. Nel penultimo appuntamento della stagione, la 6 Ore di Shangai, Porsche tornò alla vittoria, lasciando poi l’ultimo successo della stagione al team Audi Sport Team Joest sul circuito del Bahrain.

Il Campionato del Mondo Endurance 2017

Con due Campionati del Mondo Endurance vinti in sequenza, Porsche era ormai una corazzata temibile per chiunque. Il WEC 2017, nonostante fu un campionato estremamente combattuto, rappresentò una riconferma per il Porsche LMP Team. Le prime due gare, quella di Silverstone e quella di Spa-Francorchamps, in realtà, si aprirono con una sorpresa: in entrambi gli appuntamenti, il team Toyota Gazoo Racing ottenne la vittoria con la vettura numero 8, guidata da Sébastien Buemi, Anthony Davidson e Kazuki Nakajima. A partire dalla 24 Ore di Le Mans, tuttavia, Porsche non lasciò scampo alle contendenti. In Francia e poi ancora sui circuiti del Nürburgring, Mexico City e Austin, la Porsche 919 Hybrid guidata da Timo Bernhard, Brendon Hartley e Earl Bamber si riconfermò la vettura più forte di tutte. Toyota, tuttavia, dimostrò la propria competitività nelle successive gare: la 6 Ore di Fuji, la 6 Ore di Shanghai e la 6 Ore del Bahrain furono tutte ad appannaggio della casa nipponica, che portò comunque a un lusinghiero piazzamento al secondo posto, dietro Porsche, nel Campionato del Mondo Endurance 2017. Si era aperta una piccola breccia nel dualismo tra Porsche e Audi, fino ad allora mai veramente in discussione.

Il Campionato del Mondo Endurance 2018-19

Come lascia intuire il titolo, il Campionato del Mondo Endurance subì diverse variazione sia nell’organizzazione, che nella partecipazioni al campionato. Le gare, che si aprirono a partire dal 5 maggio 2018, sarebbero terminate solamente il 16 giugno 2019. Questa variazione, come pure un doppio appuntamento a Le Mans e l’ingresso di Sebring nel calendario, portò anche al cambio di nome del campionato. L’inizio del campionato si tenne il 5 maggio di quell’anno, con l’appuntamento sul circuito di Spa-Francorchamps. Già in quell’occasione fu chiaro che i successi raccolti da Toyota nella stagione precedente non erano frutto del caso, ma il risultato di un’automobile in grado di impensierire chiunque. La vettura numero 8, che vedeva alla guida Fernando Alonso, Sébastien Buemi e Kazuki Nakajima mise sin da subito tutti in riga. Alla prima gara, infatti, il Toyota Gazoo Racing ottenne pole position e doppietta all’arrivo. Il dominio della casa nipponica, sostanzialmente, fu totale. Sulle otto gare in calendario, la Toyota TS050 Hybrid ne lasciò sul tavolo solamente una. A Silverstone, in virtù di una squalifica comminata a tutto il team Toyota, fu la Rebellion Racing a dominare. Tolta questa gara, però, tutte le altre furono dominate da Alonso e compagni, che portarono così a casa il WEC 2018-19.

Il Campionato del Mondo Endurance 2019-20

Anche per il Campionato del Mondo Endurance 2019-20 vi furono non pochi stravolgimenti. Mantenendo la formula “spalmata” su due anni, la FIA dovette fronteggiare le conseguenze della pandemia. Per questo motivo, tanto la 6 Ore di Sāo Paulo, prevista per il 1° febbraio 2020, quanto la 1000 Miglia di Sebring, che avrebbe dovuto disputarsi il 20 marzo 2020, furono cancellate. Il WEC 2019-20, invece, prese il via il 1° settembre 2019, tornando per la gara inaugurale sul circuito di Silverstone. Già da qui fu chiaro che la Toyota Gazoo Racing avrebbe dominato nuovamente. La pole position e la doppietta conquistata furono una chiara testimonianza del fatto che si era aperta una nuova era. Anche all’appuntamento successivo, sul circuito del Fuji, il team nipponico raggiunse lo stesso risultato. Solo a Shanghai, il team svizzero di Rebellion Racing, riuscì a strappare il primo posto. Fu un risultato raccolto solamente in un’altra occasione, sul circuito di Austin. Tutte le altre gare disputate, invece, furono dominate dal team Toyota Gazoo Racing, che alla fine conquistò il secondo titolo consecutivo.

Il Campionato del Mondo Endurance 2021

La nona edizione del Campionato del Mondo Endurance tornò alla formula nell’anno solare. Le conseguenze della pandemia, tuttavia, tornarono a pesare sullo svolgimento del WEC 2021, costringendo l’organizzazione ad annullare due nuovi appuntamenti: per la seconda volta, la 1000 Miglia di Sebring, che si sarebbe dovuta tenere il 19 marzo, e la 6 Ore di Fuji, che avrebbe dovuto svolgersi il 26 settembre. In un campionato con sole sei gare disputate, Toyota tornò a dimostrare tutto il suo valore. Già il 1° maggio, in occasione del primo appuntamento sul circuito di Spa-Francorchamps, le automobili del team Toyota Gazoo Racing conquistarono la piazza più prestigiosa. Fu l’inizio di un nuovo dominio da parte della squadra nipponica. A Portimão, Monza, Le Mans e Bahrain, dove peraltro si svolsero due gare consecutive, il team riuscì sempre a piazzare una propria automobile sul gradino più alto del podio. Per questo motivo, com’è facile intuire, il Campionato del Mondo Endurance 2021, per la terza volta consecutiva, fu vinto da Toyota.

Il Campionato del Mondo Endurance 2022

L’anno successivo, il WEC 2022 vide ancora altre novità. Il calendario, anzitutto, fu impostato su sei appuntamenti, con un prologo previsto sul circuito di Sebring, il 12 e 13 marzo. A seguire, dal 18 marzo, sempre a Sebring per la 1000 Miglia, prese il via la stagione. La Toyota del team Gazoo Racing, che correva con la nuova Toyota GR010 Hybrid, rimaneva il team da battere, ma la sorpresa del Campionato del Mondo Endurance 2022 fu un’altra: la vettura di Alpine Elf Team, che partecipava al Campionato Endurance solo a partire dall’anno precedente, si piazzò al primo posto già al debutto di stagione. Lo stupore, tuttavia, durò il tempo di spostarsi a Spa-Francorchamps. Sul circuito belga, infatti, Toyota tornò a mettere in riga tutti lasciando agli altri concorrenti solo le briciole. Ciononostante, l’Alpine A480 riuscì a conquistare un altro importante piazzamento sul circuito di Monza. Il titolo iridato, nonostante tutto, finì ancora una volta nelle mani dei giapponesi del team Toyota, certificando uno strapotere ormai difficile da battere.

 

Questa è la storia del Campionato del Mondo Endurance, sin dalla sua nascita. L’ultima stagione, quella del 2023, è attualmente ancora in corso. Eppure, le gare sin qui disputate hanno già proclamato il vincitore di questa edizione. Ancora una volta, infatti, il team del Toyota Gazoo Racing si è aggiudicata l’alloro finale. In questo modo, con cinque campionati WEC conquistati, Toyota è sinora il team con più vittorie tra LMP1 e LMH. Subito dopo, trova posto Porsche, con tre successi e Audi con altri due campionati ottenuti.

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