Storia Porsche

Storia di Porsche: ripercorriamo le tappe salienti della casa di Stoccarda

In tutti gli articoli di questo blog Porsche abbiamo spesso parlato di storie di Porsche senza mai parlare effettivamente di storia di Porsche. Così, dopo decine di articoli, è finalmente arrivato il momento di ripercorrere questa storia, iniziata con Ferdinand Porsche, proseguita coi figli del fondatore e, ancora oggi, viva nei cuori di tutti gli amanti della casa di Stoccarda. Dunque, mettetevi comodi e preparatevi a leggere una delle più belle storie dell’automobilismo: la storia della Porsche.

Storia Porsche: la storia di una casa da leggenda

D’accordo: il vero amante appassionato deve conoscere la storia di Porsche senza indecisioni, nei minimi dettagli. Il bello dell’automobilismo, come ci insegna la passione delle auto d’epoca, è la condivisione di saperi e conoscenze. Ecco perché, raccontare e promuovere la storia Porsche è un modo per far rivivere il mito di questa casa costruttrice anche per chi, per la prima volta, vi si sta avvicinando. Iniziamo dagli albori, quindi, e poi passiamo in rapida successione le fasi salienti.

Gli inizi della storia della Porsche

Sarebbe anche inutile dirlo, perché è evidente che la storia della Porsche si lega alla storia del suo fondatore: Ferdinand Porsche. Un genio del suo tempo, capace non solo di dare un contributo fondamentale al mondo dell’automobilismo, ma anche di reinventare – a pochi anni dalla sua nascita – il concetto stesso di automobile.

Per farlo, occorre suddividere la storia Porsche in due fasi. La prima è segnata da una data ben precisa: 25 aprile 1931. Fu quello, infatti, l’anno in cui il progettista austriaco fondò il proprio studio di progettazione Dr. Ing. h.c. Porsche GmbH a Stoccarda. In questa prima fase, Porsche potè vantare diverse proficue collaborazioni, tra cui quella con Volkswagen. Il 17 gennaio 1934, infatti, Adolf Hitler ordinò la costruzione di un’automobile appositamente progettata e costruita per il popolo (da cui il nome, volks ossia popolo e wagen ossia vettura). Sappiamo tutti che il risultato di quell’ordine fu il Maggiolone.

La seconda fase, invece, non ha una data precisa. Gli storici datano l’inizio di questo periodo, intorno al 1938. In quell’anno, infatti, il Führer pare chiese a Porsche una vettura dalle prestazioni superiori al Maggiolino. Ferdinand Porsche, insieme con il figlio Ferry che intanto era entrato anch’egli nello studio di progettazione, si mise quindi al lavoro su quello che era il progetto della Porsche 356. Le vicissitudini belliche, tuttavia, causarono non pochi ritardi. Così, Porsche riuscì a completare il suo progetto solamente nel 1948, quando ormai la guerra era conclusa e l’azienda si era momentaneamente spostata in Austria.

Inutile entrare nei dettagli tecnici della vettura (per i quali vi rimandiamo direttamente all’articolo approfondito). Più interessante, invece, è la storia di questa automobile: secondo i registri, nel periodo di produzione fra il 1948 e il 1966, della 356 ne furono prodotte ben 76.303 esemplari. Stiamo parlando di anni in cui ancora non c’era la motorizzazione di massa, specie per automobili come quelle di Porsche. Un risultato che, come vedremo, spinse la casa automobilistica a proseguire la propria attività anche negli anni a venire.

La prima vera sportiva: la 550 Spyder

La 356 cambiò radicalmente la storia della Porsche. Quello che in origine era uno studio di progettazione, in questi anni si sviluppò come una casa costruttrice di automobili. Si dotò di un proprio simbolo, lo stemma Porsche, migliorò il suo motore boxer e completò il suo trasferimento nella Zuffenhausen. Allo stesso tempo, però la casa costruttrice dovette far fronte a una grave perdita: quella del fondatore, Ferdinand Porsche, che si spense nel 1951.

Nonostante ciò, due anni più tardi arrivò un vero e proprio gioiello dell’automobilismo: la Porsche 550 Spyder.

Anche in questo caso non entreremo nel merito dei dettagli tecnici: basti sapere che a bordo di questa automobile, leggera, veloce e quasi inguidabile, salirono tanti personaggi celebri. Fra essi, il più famoso fu certamente James Dean, che, proprio a bordo di una 550 Spyder, incontrò la morte. Questa automobile, benché prodotta anche per un ristretto numero di appassionati, restò tuttavia un modello specificatamente pensato per le competizioni automobilistiche, alle quali partecipò con particolare successo. Il vero successo, quello commerciale, invece arrivò qualche anno dopo con un altro modello iconico per la casa di Stoccarda.

L’icona di Zuffenhausen: la Porsche 911

Finora, abbiamo parlato di due sole automobili. Eppure, nonostante questa esiguità produttiva, Porsche era già riuscita a imporsi al grande pubblico con la sua produzione d’eccellenza. Purtroppo però, anche le automobili più belle, col passare del tempo devono cedere il passo alle novità tecnologiche. Questo avvenne anche con la 356 che, dopo quindici anni di carriera onorata, iniziava a presentare il segno degli anni.

Per questo, già nel 1963, Ferdinand Alexander Porsche, erede del grande progettista, si mise al lavoro su un nuovo modello di automobile. Nessun mistero, stiamo chiaramente parlando della Porsche 911. Un’automobile straordinaria sotto ogni punto di vista. Basti pensare che, a distanza di oltre mezzo secolo, seppur variata sotto numerosi punti di vista, è ancora in produzione. Questo nuovo modello Porsche, che pure era stata particolarmente curata, inizialmente si presentò con diversi problemi tecnici e un costo d’acquisto piuttosto elevato per l’epoca. Anche per questo motivo, dopo aver risolto i problemi, nel 1965 Porsche mandò in produzione una versione più economica della 911, la Porsche 912. Queste due automobili, insieme, hanno consacrato il successo della casa di Stoccarda. Fu la 911, tuttavia, a dare lustro alla casa. È per questo che, con il trascorrere degli anni, i progettisti di Porsche hanno continuamente affinato la vettura: la 911 930, la cui sigla indica le versioni turbo, la 964, presentata nel 1989, la 993, che arrivò sul mercato nel 1993, la 996, fabbricata a partire dal 1997, e la 997 nel 2004. Infine, la Porsche 991 prodotta dal 2012.

Motore Boxer, ma anche cambio transaxle

Con la Porsche 911, evidentemente, la storia della Porsche ha subito un’accelerata incredibile. Da semplice casa automobilistica di nicchia, la casa di Stoccarda si è trasformata in una vera e propria icona di stile e di sportività. Purtroppo, però, storie così lunghe e appassionanti sono spesse attraversate da momenti di forte crisi. Nel caso di Porsche questi problemi arrivarono a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta, quando l’economia mondiale si trovò a fare i conti con la crisi galoppante. Porsche, chiaramente non fu graziata da questa contingenza e infatti sul mercato furono immessi modelli non sempre compresi dagli amanti del marchio. Stiamo parlando della Porsche 924 e della Porsche 944, che apparvero ai clienti tipo della casa di Stoccarda un surrogato di altre automobili. Anche la Porsche 928, successiva a queste e con numerose innovazioni – come per esempio il cambio transaxle – non furono in grado di fare accettare lo sforzo dei progettisti della casa.

Ferdinand Porsche

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