Si narra che nel 1993, poco prima di lasciarci per sempre, il campione di Formula 1, Ayrton Senna, ebbe a dire: «Se eliminate l’Eau Rouge, mi togliete il motivo per correre». Perché l’iconica curva di Spa-Francorchamps, al pari della curva del Tabaccaio di Monaco e di poche altre parti dei circuiti internazionali, è una vera e propria icona del motorsport. Un pezzo di circuito che ha contribuito a rendere ancor più bello il circuito di Spa, fino al punto di essere amato da numerosi piloti di ogni competizione sportiva motoristica. Oggi vi condurremo in un viaggio lungo Spa Francorchamps, facendovi scoprire la storia di questo circuito dove Porsche, peraltro, ha vinto moltissimo.
Il circuito di Spa-Francorchamps, tra mito e follia
Percorrendo Spa-Francorchamps – da qualcuno erroneamente riportato come Spa Francoshamp – subito dopo la griglia di partenza, e il rettilineo di partenza, si incontra la prima curva, la Source, che introduce a una leggera curva verso destra e, quindi, al complesso di curve più iconico dell’intero circuito: la Raidillon de l’Eau Rouge. Un sinistra-destra-sinistra da pelo sullo stomaco, con una pendenza del 17% e un dislivello di circa 40 metri in appena 240 metri di pista, da percorrere in pieno per ottenere il miglior risultato possibile. Lo racconta perfettamente l’ex pilota di Formula 1, Jacques Villeneuve: «Devi essere coraggioso quanto ti avvicini a questa curva. Ogni passaggio è una lotta con il tuo istinto di sopravvivenza per mantenere il tuo piede destro fino in fondo». Prima di scoprire i risultati di Porsche su questo circuito, andiamo alla scoperta della sua storia e delle sue caratteristiche.
La storia del circuito di Spa
Il circuito di Spa è il più celebre autodromo del Belgio e prende il nome dall’omonima municipalità di Spa, che si trova nelle Ardenne, e la vicina città di Francorchamps. Le sue origini sono piuttosto antiche: già negli anni ’20 del Novecento, infatti, ebbero inizio le prime competizioni. Nel 1924, per esempio, si disputò la prima 24 Ore di Spa-Francorchamps, mentre l’anno successivo ebbe luogo il primo Formula Gran Prix. Sin dalle prime competizioni, l’obiettivo dei progettisti fu quello di realizzare uno dei circuiti più veloce d’Europa. Nacque proprio così la Raidillon de l’Eau Rouge: fino agli anni ’30, infatti, quella parte di circuito era caratterizzata da una lenta sequenza di curve, denominata Virage de l’Ancienne Douane, che sostituita da una ripida salita, da cui il termine raidillon che in francese significa proprio salita ripida, che si inerpica nella vallata dell’eau Rouge, fiume il cui letto è caratterizzato dalla presenza di pietre rosse. Con questo obiettivo, quello della velocità, il circuito ha subito numerosi cambiamenti: ogni curva, nel tempo, è stata sottoposta a revisione affinché il circuito diventasse sempre più veloce e sfidante per i piloti di qualsiasi categoria. In questa configurazione, fino al 1946, il circuito era lungo circa 14,9 chilometri e, dal 1946 al 1979, fu ridotto a 14,1 chilometri.
Dal 1970, la continua ricerca di velocità, iniziò a spaventare i piloti, specialmente quelli di Formula 1. Con l’introduzione degli alettoni, infatti, le velocità di percorrenza delle curve incrementarono sensibilmente e il circuito Spa Francorchamps iniziò a diventare teatro di numerosi incidenti, spesso mortali. Per questo, dopo le insistenze da parte dei piloti, la Formula 1 si sposto a Zolder inducendo, sul finire degli anni ’70, la direzione del circuito a realizzare un nuovo tracciato. Il nuovo circuito di Spa-Francorchamps, che fu inaugurato nel 1979, preservava parte del vecchio tracciato, ma fu notevolmente ridotto. Dagli originali 14,9 chilometri, si arrivò ad appena 7.004 metri complessivi. Negli anni successivi, il progressivo miglioramento degli standard di sicurezza hanno comportato altre modifiche che hanno portato al progressivo ampliamento delle vie di fuga. Nonostante questo, però, il circuito belga ha conservato il suo antico fascino.
Le competizioni disputate sul circuito di Spa-Francorchamps
Come già abbiamo visto, lungo i saliscendi di Spa-Francorchamps si sono alternate gare di ogni genere: dalle gare di endurance a quelle di Formula 1. Per quanto riguarda le prime, tra le più famose c’è la 24 Ore di Spa-Francorchamps, che si tiene sin dal 1924. Dal 1953, e fino al 1981, l’evento è stato parte del Campionato Mondiale Sportprototipi, mentre dal 1966 al 1973, l’evento ha preso a far parte del Campionato Europeo Turismo. In questo ambito, la Porsche si è imposta per ben otto volte: la prima vittoria è arrivata nel 1967, quando la Porsche 911 guidata da Jean-Pierre Gaban e Norbert Van Assche, si è imposta su tutti gli altri. Il successo è stato ripetuto anche nel 1968 e nel 1969 con altri equipaggi alla guida. La casa di Stoccarda è tornata alla vittoria nel 1993, sempre con la Porsche 911 RSR: un’edizione particolare, perché la gara fu fermata dopo solo quindici ore a causa della scomparsa del re di Belgio, Baldovino. Dieci anni più tardi, nel 2003, Stéphane Ortelli, Marc Lieb e Romain Dumas riportarono la Porsche 911 GT3 RS sul gradino più alto della competizione. Nel 2010, ancora una volta Romain Dumas riporto la cavallina di Stoccarda, con la Porsche 997 GT3 RS, alla vittoria. Gli ultimi due successi nella 24 Ore di Spa-Francorchamps sono arrivati in successione, nel 2019 e nel 2020, sempre con la Porsche 911 GT3 R: la prima volta con Earl Bamber, Nick Tandy e Laurens Vanthoor, mentre la seconda volta con Alessandro Pier Guidi, Nicklas Nielsen e Come Ledogar.
Ancora più ricco è il palmares di Porsche con la 6 Ore di Spa-Franchorchamps. Il primo successo risale addirittura al 1959, con la mitica Porsche 718 RSK e si ripetè immediatamente nel 1960 con la medesima vettura. Dopo dieci anni, nel 1969 e nel 1970, Jo Siffert e Brian Redman riportarono prima la Porsche 908 e poi la Porsche 917K sul gradino più alto del podio, mentre nel 1971, sempre con la 917K, furono Pedro Rodriguez e Jackie Oliver a trionfare. Dopo la sospensione della manifestazione, tra il 1976 e il 1981, fu un vero e proprio dominio della casa di Stoccarda: dal 1982 al 1986, con la sola interruzione del 1985, Porsche si impose con la Porsche 956 prima e con la Porsche 962C dopo. Non a caso, il record di vittorie attualmente detenuto con Ferrari con dieci successi è insidiato solamente da Porsche, che al momento ha all’attivo nove vittorie.
Qualche risultato di Porsche è stato ottenuto anche in Formula 1. Nonostante la partecipazione piuttosto limitata, la casa costruttrice ha ottenuto un successo, una vittoria e tre giri veloci con il suo motore TAG Porsche.
Insomma, un circuito che ha dato certamente più di una soddisfazione a Porsche, ma che in generale ha fatto bene al motorsport con il fascino che ha esercitato e che continua a esercitare sugli appassionati di tutto il mondo.