C’è qualcosa che unisce il Rally di Montecarlo con la storia di Porsche. Precisamente si tratta di tre numeri: 911, che rappresentano uno dei modelli più iconici della casa di Stoccarda e, al tempo stesso, anche l’anno di nascita di una delle gare più iconiche del secolo scorso. Voluta dall’allora principe, Alberto I, e ancora adesso regolarmente celebrata, la manifestazione non ha solamente questo in comune con Porsche. È proprio qui, infatti, che ha esordito la 911 nel 1965 ed è qui che ha raccolto anche alcuni successi inattesi. Oggi, quindi, andiamo alla scoperta del Rally di Monte Carlo, della sua storia e di quella della Porsche 911 su queste strade.
Storia del Rally di Montecarlo, il rally più regale di tutti
Nell’immaginario comune, quello di chiunque abbia approcciato ai motorsport quando ancora la tecnologia era solo nei libri di fantascienza e quello di chi ha conosciuto questa disciplina attraverso i videogiochi, il Rally di Montecarlo rappresenta senza dubbio una delle tappe fondamentali. Non a caso, a oggi, questa competizione è una delle più importanti del World Rally Championship. La sua storia è lunga, copre quasi per intero il XX secolo e racconta anche la storia dell’automobilismo. Certamente racconta di Porsche, che qui ha conosciuto successi e ha visto il debutto di automobili importanti, come la Porsche 911.
La storia del Rally di Monte Carlo
Il Rally di Montecarlo, o più correttamente Rallye Automobile de Monte-Carlo, vide la luce per la prima volta, come abbiamo detto, nel 1911. La sua organizzazione fu demandata all’Automobile Club de Monaco, lo stesso, per la cronaca, che organizza il Gran Premio di Formula 1 di Monaco. L’idea della competizione, tuttavia, ha origini regali poiché esso fu voluto nientedimeno che dal principe Alberto I, il quale aveva intenzione di promuovere il turismo del Principato. Non è un caso, infatti, che il Rally di Monte Carlo si tenga a gennaio: l’idea degli organizzatori era di mostra che, anche in quel periodo dell’anno, Montecarlo era una perfetta meta turistica. Anche per questo, tra i principali finanziatori della prima edizione, vi fu la Société des Bains de Mer, la più antica società monegasca, che oggi gestisce ristoranti, casinò alberghi e molto altro ancora.
Alla 1er Rallye Automobile de Monte-Carlo, quindi, presero parte solamente 23 corridori e, alla fine, si impose una Turcat-Méry 25HP guidata dal francese Henri Rougier. Più che il risultato sportivo, per il Rally fu importante l’attenzione mediatica che si registrò sulla competizione. Già l’anno successivo, infatti, la partecipazione fu molto più importante, ma la storia del Rally era già destinata a subire il primo stop. Le nefaste conseguenze della Prima Guerra Mondiale, infatti, pesarono anche sulla vita del motorsport e, negli anni a seguire, fino al 1924 il Rally non fu disputato. Lo stesso accadde negli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, tra il 1939 e il 1949, quando la competizione fu ugualmente sospesa. Per il resto, con l’esclusione del 1957 e del 1974, il Rallye di Montecarlo si è sempre regolarmente svolto.
Con gli anni ha quindi acquisito sempre più importanza. E quando nel 1973 è entrato a far parte del World Rally Championship, fu scelto come gara d’apertura, per fascino e per difficoltà, il Rally divenne immediatamente una delle gare più importanti dell’intera stagione rallystica. Da allora, Montecarlo è stato quasi sempre l’apripista del Campionato, almeno fino al 2008.
Il Rally di Montecarlo e Porsche: la nascita di un mito
Che il Rally di Montecarlo, proprio per le difficoltà intrinseche del tracciato e delle condizioni climatiche, fosse affascinante è un dato di fatto. Tenendosi tradizionalmente a gennaio, infatti, non è raro andare incontro a condizioni climatiche estreme, con la presenza di neve e ghiaccio. Di questo ne erano convinti tutti, ma ancora più ne era convinta Porsche all’inizio degli anni Sessanta, quando si apprestava a presentare un modello destinato a fare la storia dell’automobilismo e della casa di Stoccarda. Stiamo parlando, naturalmente, della Porsche 911 per la quale, l’allora direttore del reparto corse, nonché capo ufficio stampa, Huschke von Hanstein, immaginò una sfilata dinanzi al Palazzo del Principe di Montecarlo e degli allora regnanti, il Principe Ranieri e la moglie, ex attrice hollywoodiana, Grace Kelly.
Per l’edizione del 1965, quindi, von Hanstein schierò una Porsche 911 colore rosso rubino solo leggermente modificata: il motore era stato portato dagli originali 130 CV di serie a 150 CV, i carburatori originali sostituiti con dei Weber, la leva del cambio leggermente arretrata, installato un roll-bar superiore, due cronometri, i proiettori supplementari previsti dal regolamento. Alla guida della vettura fu posto Herbert Linge, pilota dalle grandi capacità meccaniche, accompagnato dall’ingegnere Peter Falk, che assumeva il ruolo di navigatore. Il Rally fu difficile, anche perché arrivò l’immancabile neve, che sulle Alpi Marittime francesi provocò anche un piccolo urto con il costone. L’obiettivo, tuttavia, non era quello di competere per la vittoria, quanto quello di raggiungere il Palazzo del Principe, dove von Hanstein aveva previsto un’accoglienza trionfale. Contrariamente alle aspettative, anche grazie a pneumatici nuovi montati per la scalata del famigerato Col de Turini, la 911 si piazzò al quinto posto in classifica generale.
Un piccolo successo, ma non il più grande che Porsche avrebbe raccolto sulle strade del Rally di Montecarlo. Anzi, la casa di Stoccarda fu in grado di inanellare un filotto di ben tre vittorie consecutive a cavallo tra il 1968 e il 1970. Nel corso della 37ème Rallye Automobile de Monte-Carlo la Porsche 911 T condotta da Vic Elford e David Stone riuscì a mettersi tutti alle spalle. Nel successive due edizioni, gli svedesi Björn Waldegård e Lars Helmér, con una Porsche 911 S della Porsche System Engineering, riuscirono a vincere il Rally.
La casa di Stoccarda tornò al successo sulle strade di Montecarlo solamente un altra volta, quasi un decennio dopo il primo successo monegasco. Era il 1978 e la Porsche 911 Carrera RS 3.0 della Publimmo Racing, guidata dai francesi Jean-Pierre Nicolas e Vincent Laverne, trionfò in quello che ormai era diventato un appuntamento del World Rally Championship. Da allora, finora, Porsche non è più tornata alla vittoria a Monaco, ma la storia insegna che la cavallina di Stoccarda è sempre in agguato.
Foto: porsche.com