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Porsche Boxster, la roadster per i neofiti che divenne la più amata

C’è una Porsche, nell’immaginario collettivo, che all’esordio fu vista dagli appassionati come un modello di seconda classe. E in effetti, nei progetti della dirigenza Porsche dell’inizio degli anni Novanta, la Porsche Boxster doveva essere una vettura capace di attrarre fasce di pubblico che, diversamente, non avrebbero potuto avvicinarsi alla ben più impegnativa Porsche 911. Ciononostante, ancora oggi, la Boxster ha un suo pubblico di appassionati, che spingono la casa di Stoccarda a tenerla nel proprio listino a trent’anni dalla sua progettazione. Conosciamo meglio la Porsche 986, come si chiamava il progetto originariamente, le sue caratteristiche e qualche curiosità.

Porsche Boxster, la prima in tanti campi

I ruggenti anni Novanta sono in arrivo. Certo, la guerra del Golfo e quelle Jugoslava lasciano presagire nuovi sconvolgimenti. D’altro canto, il muro di Berlino è ormai caduto e il mondo sembra affacciarsi verso una nuova era.

Anche a Stoccarda, nonostante le difficoltà economiche cui la casa sta andando incontro, a poco a poco ne prendono consapevolezza: la Porsche 911 993 sta concludendo il proprio ciclo e, fra le mani dei progettisti, già circolano i primi disegni della nuova serie, la 996. Nasce da qui, l’esigenza di una nuova automobile, che secondo i progetti iniziali deve condividere in larga parte le componenti della nuova Porsche 911, ma con un prezzo d’accesso più basso di quello della 911. Il suo nome è Porsche 986, ma questa sigla non può rispondere alle esigenze di marketing. Nasce così la Porsche Boxster.

Storia della Porsche Boxster: come nasce

Mettete l’esigenza di realizzare una macchina dai costi contenuti, ma comunque degna di indossare lo stemma Porsche. Aggiungete la volontà di costruire un mezzo con motore Boxer centrale, raffreddato a liquido. Una spruzzata di stile della casa, pescando fra i grandi classici del passato, come la Porsche 550 Spyder e la Porsche 718. Mescolate tutto, ed ecco la Porsche Boxster.

A grandi linee, queste furono le direttrici lungo le quali si mosse il progetto della 986 Porsche, che per l’occasione abbandonò anche la classica numerazione dei suoi modelli a favore di una denominazione che, in realtà, era una crasi di due parole: “Boxer”, a testimonianza della presenza del motore simbolo della casa, e “Roadster”, per via dell’intenzione di realizzare una vettura a due posti secchi.

Dall’idea iniziale del 1991, suggerita dal responsabile del settore Ricerca & Sviluppo di Porsche, Horst Marchant, all’approvazione del progetto da parte dell’allora amministratore delegato, Arno Bohn, trascorso solamente un anno. Alla definizione del design dell’automobile, che come detto si ispirava alla 550 Spyder e alla 718, lavorarono Harm Lagaay e Grant Larson. Per il motore, Porsche decise di tornare sui propri propulsori per non ripetere gli errori commessi con la Porsche 924.

porsche boxster prototipo

Il primo prototipo della nuova Porsche Boxster fu presentato nel 1993, presso il Salone dell’automobile di Detroit. Era la prima volta, dopo diciannove anni, che Porsche presentava un modello di vettura progettato da zero. Successivamente esposta anche al Salone dell’automobile di Ginevra, la nuova automobile destò non poco interesse, sia da parte della stampa specializzata che dell’opinione pubblica principalmente per il suo design e per le novità introdotte.

Per arrivare alla completa definizione del progetto, comunque, dovettero passare anche diversi anni. Fu nel marzo del 1996, infatti, che la Boxster fu ufficialmente presentata al grande pubblico. La versione finale, che entrò in produzione nel successivo agosto, differiva notevolmente dal prototipo di Detroit. Rispetto a tre anni prima, infatti, la versione definitiva risulta più lunga di circa trenta centimetri, al fine di consentire un uso funzionale dei due bagagliai.

Le caratteristiche della Boxster Porsche 986

La Boxster Porsche, dal punto di vista tecnico condivideva numerose caratteristiche con la Porsche 911 996. Durante lo sviluppo dei due modelli, infatti, i team di progettazione lavorarono a stretto contatto fra loro. Una delle prime caratteristiche che condivisero le due automobili riguardò il telaio. Ovviamente, nel caso della Boxster, questo fu adattato per consentire di ospitare il motore in posizione centrale.

Una caratteristica su cui invece si concentrarono i progettisti della Porsche 986 Boxster fu l’aerodinamica. Questa fu lungamente studiata in galleria del vento, sia per quanto riguardava l’andamento dei flussi sopra la scocca, sia sotto dove si decise di installare un rivestimento come nelle più moderne e performanti vetture da corsa. Al posteriore, invece, fu decisa l’installazione di uno spoiler retrattile, che era in grado di alzarsi quando veniva raggiunta la velocità di 120 km/h e restava esteso fin quando non scendeva al di sotto degli 80 km/h. Al termine degli studi, la Boxster riuscì a ottenere un lusinghiero coefficiente di penetrazione di 0,31, che sarebbe poi ulteriormente diminuito nelle successive versioni fino a 0,29. Questo, comunque sia, contribuì non poco alle prestazioni dell’automobile.

Per quanto riguardava le sospensioni, a differenza della 996, i progettisti di Stoccarda optarono per un sistema MacPherson all’anteriore, mentre al posteriore si utilizzò un sistema che derivava solamente da quest’ultimo. Infine, l’impianto frenante era costituito da dischi autoventilanti, montati su ruote armate con cerchi da 16 pollici.

boxster

Il motore della Porsche Boxster

Qualche dettaglio motoristico della Porsche Boxster, in realtà, già lo abbiamo dato: motore Boxer montato centralmente. I tecnici di Porsche, dopo l’esperienza con la 924, avevano le idee ben chiare. Anzi, i motoristi Porsche avevano in mente una vera e propria rivoluzione: non più un motore raffreddato ad aria, com’era stato fino ad allora. Bensì, un motore raffreddato a liquido, il primo della storia di Porsche.

Tecnicamente, all’uscita nel 1996, il motore della Boxster era un sei cilindri da 2.480 cm3, che era in grado di sviluppare 204 CV a 6.000 giri/min e 245 Nm di coppia a 4.500 giri/min. Dal punto di vista prestazionale, l’automobile era in grado di raggiungere una velocità massima di 240 km/h ed era in grado di effettuare un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,9 s.

Nel 1999, viste le pressanti richieste della clientela che riteneva la motorizzazione insufficiente, i tecnici di Porsche introdussero la Porsche Boxster S. Sotto il cofano, la Boxster S montava un propulsore con cilindrata da 3.179 cm3, che era in grado di erogare 252 CV a 6.250 giri/min e 305 Nm di coppia a 4.500 giri/min, sufficienti per raggiungere la velocità massima di 260 km/h. Nello stesso periodo fu introdotta anche una versione più morigerata: “solo” 2.687 cm3, capaci di sviluppare 220 CV a 6.400 giri/min e 260 Nm di coppia massima a 4.750 giri/min, che consentirono alla Boxster di raggiungere finalmente la velocità di 250 km/h.

Nel 2003, quando dalle officine di Stoccarda uscì la Porsche Boxster 986 mkII i motori restarono pressappoco invariati: solo una diversa gestione dell’elettronica portò la Boxster a raggiungere 228 CV, capace di una velocità massima di 253 km/h, e la Boxster S i 260 CV, che raggiunge invece i 264 km/h.

Grazie a questo restyling, la casa riuscì a raggiungere e superare la quota delle 100 mila Boxster vendute. La storia della Porsche 986, tuttavia, sarebbe durata ancora per un anno, quando poi sarebbe stata sostituita dalla Porsche Boxster 987. Ma questo è un altro capitolo della storia Porsche.

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Giuseppe
Giuseppe
3 anni fa

Bellissimo articolo grazie
Sarebbe interessante anche un interesse storico collezionistico di una vettura che ha fatto storia e salvato il marchio Porsche da un probabile fallimento

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